Come promesso nell’articolo precedente, questa volta andremo ad aumentare la RAM del nostro dispositivo utilizzando i permessi di root e un’app che fa al caso nostro. Se avete già seguito diversi suggerimenti per liberare la memoria e non avete ottenuto risultati soddisfacenti, questo è l’articolo che fa per voi!
Attenzione: nonostante le procedure che vi indichiamo vengano sempre controllate per garantirvi la massima sicurezza, qualsiasi operazione che abbia a che fare con il root può potenzialmente causare problemi. Se sfortunatamente doveste riscontrare un malfunzionamento, faremo di tutto per cercare di risolvere nel migliore dei modi, tuttavia non ci riterremo responsabili.
L’acronimo RAM sta a significare Random Access Memory, in italiano memoria ad accesso casuale. Con "casuale" si intende che a prescindere da dove si trovi un’informazione, ci vorrà lo stesso, breve, tempo a raggiungerla (negli hard disk invece, a seconda della posizione, ci può volere più o meno tempo). Questo fa di lei un’ottima compagna per la CPU, il cervello tecnologico, che la utilizza da supporto per elaborare i dati del sistema operativo (nel nostro caso, Android) e dei programmi in esecuzione. In sostanza, maggiore è la dimensione della RAM e più dati possono essere elaborati dalla CPU; di conseguenza otterremo migliori prestazioni delle app e del multitasking (più app aperte in contemporanea).
Per ovvie ragioni, non è possibile aumentare realmente la quantità massima di RAM del vostro dispositivo, ma potremo sfruttare un trucchetto per ottimizzarne l’utilizzo e far credere al sistema di averne molta di più. Questa tecnica sfrutta i file di swap, scopriamo di che si tratta e come crearli:
La tecnica dello swap è largamente utilizzata nei computer per estendere la capacità della RAM oltre il limite massimo. Il suo funzionamento è molto semplice: quando la RAM sta per esaurirsi e un nuovo processo ne ha bisogno, la porzione di RAM occupata da servizi in background o che non servono nell’immediato viene scaricata sulla memoria (nell’hard-disk, nel caso dei PC). Così facendo si libera un bel po’ di spazio e il nuovo programma potrà essere caricato sulla RAM. In seguito, quando sarà necessario, la RAM ricaricherà lo stato precedente dallo swap.
Purtroppo, la tecnica dello swap non è implementata in Android, ma grazie ai permessi di root potremo attivarla! Per farlo useremo un’app di gestione della RAM, RAM Manager, con il quale creeremo un file di swap sulla scheda SD.
RAM Manager Free*Se non disponete di una scheda SD, potrete usare la memoria interna (ad esempio “/storage/sdcard1/”). Leggete attentamente la sezione Problemi di questo articolo!
Screenshot della procedura. / © ANDROIDPITInnanzitutto, questa procedura è consigliata solamente se avete un dispositivo con 1 GB di RAM o inferiore, i risultati migliori si hanno se è minore di 512 MB. Con capacità di RAM superiori non otterremo risultati significativi. In secondo luogo, dato che la CPU andrà a leggere e scrivere sulla scheda SD, è fortemente consigliato usare una scheda SD di classe alta per avere risultati significativi (la classe determina la velocità di trasferimento); nel peggiore dei casi potremmo rallentare ulteriormente il sistema.
Speravate ci fossero solo rose e fiori, eh? Purtroppo non è così. I continui cicli di scrittura sulla scheda SD andranno ad incidere sulla durata della stessa: dovete sapere che ogni memoria, a seconda della qualità, dopo un determinato numero di GB scritti si deteriora fino alla “morte”. Per questo motivo è importante creare un file di swap sulla scheda SD e non nella memoria interna del telefono. Inoltre il processo di swap impegnerà molto la CPU, andando ad influire sulle sue performance e sulla batteria del telefono.
Concludo informandovi di un’altra tecnica di swap, che non approfondirò in questo articolo, ma che molti di voi potreste avere se avete flashato una custom ROM sul vostro dispositivo, in particolare le ultime versioni di CyanogenMod: la compressione della RAM, o zRAM. La zRAM funziona come lo swap, ma i file vengono compressi e salvati direttamente in porzioni della RAM, con evidenti vantaggi prestazionali. Maggiore è la compressione dei file, più spazio di swap otterremo, ma i problemi di deterioramento andranno a riversarsi sulla memoria RAM.